Con la partenza di Klay Thompson si può dire che sia finita l’era dei Golden State Warriors. Una delle dinastie più belle da vedere su un campo da pallacanestro tramonta inesorabilmente come tutte le più belle storie d’amore. Il primo tassello ad andarsene è stato quello più criticato dal punto di vista tecnico in questa stagione, ovvero appunto Klay Thompson.
Uno dei due Splash Brothers si trasferisce in Texas, precisamente a Dallas dove insieme a Luka Doncic e Kyrie Irving andrà a comporre un terzetto di esterni mica male (anche se bisognerà capire chi difenderà).
Non firma però da svincolato bensì all’interno di un Sign-and-trade, ovvero uno scambio che accontenta più franchigie. Senza entrare nel dettaglio, anche perchè in realtà i dettagli non sono ancora ufficiali, a Dallas arriva Klay, mentre a Charlotte (l’altra squadra dello scambio a tre) arriva Josh Green proprio dai Mavericks. Per quanto riguarda le cifre stiamo parlando di un contratto triennale da 50 milioni di dollari complessivi, mica male per un giocatore ormai sul finire di carriera.
La guardia tiratrice ormai non è più quello di un tempo. Nessuno mette in dubbio che sappia fare canestro e che possa essere una pedina importante, ma sicuramente non è più quel giocatore che ci ha incantato nei primi anni di carriera. A questo aggiungiamo ovviamente in doppio brutto infortunio rimediato negli anni precedenti.
I dubbi per quanto riguarda l’aspetto tecnico sorgono sul versante difensivo. Se offensivamente gli scarichi di Luka sono oro e anche la sola presenza di Thompson libererebbe spazi infiniti per Irving, difensivamente sarà un brutto vedere. Sicuramente Klay è uno che difende meglio degli altri due, ma da qui a dire che sia un difensore ne passa di acqua sotto i ponti. Difficilmente può essere l’acquisto che porterà i Mavericks al titolo NBA.