Dal 16 gennaio, data in cui Daniele De Rossi ha assunto la guida tecnica del club, le ambizioni della Roma, dopo una prima parte di stagione tutt’altro che brillante sotto José Mourinho, sono tornate ad essere di alta classifica, con i capitolini che puntano a tornare in Champions League dopo 6 anni di assenza. Da quando siede sulla panchina dei giallorossi, il nuovo allenatore in campionato ha collezionato 5 vittorie su 6, perdendo solo contro la corazzata Inter, al momento squadra di livello superiore – oltre alla qualificazione agli ottavi di finale di Europa League, arrivata ai rigori contro il Feyenoord: in Serie A, il quinto posto, che quest’anno potrebbe significare qualificazione alla competizione europea più importante, dista solo 2 punti, mentre il quarto è a 4 lunghezze.
Certo, le 5 vittorie in campionato sono arrivate contro 5 squadre di media o bassa classifica – Verona, Salernitana, Cagliari, Frosinone e Torino – e non sempre la Roma ha convinto, ma è pure vero che i capitolini hanno trovato un elemento che storicamente è sempre mancato loro, ossia la continuità: 5 vittorie in 6 gare sono una manna dal cielo, ed i tifosi hanno potuto iniziare ad apprezzare la mano di De Rossi, intravistasi in qualche sprazzo di gioco. Test più importanti si avranno ora a partire da marzo, ed è certo che la Roma ha l’obbligo di continuare a giocare e a vincere così se vuole ottenere l’agognato traguardo; tuttavia, ci sono altri fattori impliciti da cui può dipendere la qualificazione dei giallorossi alla prossima Champions League, ed in questo articolo ne abbiamo individuati tre.
1 – Il rendimento del Bologna
Nessuno si aspettava un tale exploit dei felsinei, che, escluso un periodo di lieve calo a cavallo tra dicembre e gennaio, stanno continuando a stupire e non hanno intenzione di fermarsi. Ribadendo che la Roma dipende principalmente da sé stessa, un Bologna del genere ha come unico avversario sé stesso, ma se Thiago Motta continuerà ad infilare risultati su risultati grazie alla sua innovativa idea di calcio, sarà dura strappare agli emiliani quella che sarebbe una clamorosa qualificazione alla “coppa dalle grandi orecchie”. Con la possibile qualificazione di 5 squadre italiane in Champions League (questione che abbiamo approfondito nel terzo punt), e dando per scontato un rendimento più costante dell’Atalanta, ormai una grande del calcio italiano attuale, il rendimento del Bologna continuerà ad essere un punto interrogativo a tempo indeterminato, ma se sia i giallorossi sia i rossoblu continueranno a macinare punti, si giocheranno la qualificazione fino a fine campionato, insieme all’Atalanta (che sembra però essere un gradino sopra alle altre) ed eventualmente, se riusciranno a risalire, a Fiorentina, Lazio e Napoli.
2 – La condizione di Dybala
Lo sappiamo da anni, ed abbiamo potuto apprezzarlo nuovamente nella gara contro il Torino: Paulo Dybala è un fuoriclasse, un giocatore che sposta gli equilibri, e senza ombra di dubbio il miglior giocatore della Roma – anche a causa dell’attuale periodo negativo di Lukaku – con 11 gol (di cui 6 rigori trasformati su 6, cosa che dimostra anche a sua dote di infallibilità dagli 11 metri) e 6 assist messi a referto da inizio campionato. Sull’altro piatto della bilancia, pesa però una condizione di generale fragilità, che porta non di rado il campione argentino a dover disertare gli impegni di squadra: quest’anno, le partite di campionato saltate ufficialmente per infortunio sono state “solo” quattro, una media
comunque inferiore alle annate passate e che lascia ben sperare in vista dell’ultima parte di stagione. In ogni caso, bisogna tenere presente sempre che la tenuta fisica di Dybala è assolutamente incerta, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro con conseguenze più o meno gravi, ma è indubbio il fatto che. se al contrario non dovessero esserci più intoppi per il fantasista campione del mondo nel 2022 da qui a fine stagione, la Roma avrebbe un’arma fondamentale per puntare alla qualificazione in Champions League.
3 – Il cammino in Europa League
Per quanto riguarda questo ultimo punto, si apre una situazione ai limiti del paradossale. Da un lato, infatti, la Roma, vicecampione in carica della seconda competizione europea, può dire la sua anche quest’anno: agli ottavi di finale arriva il Brighton, squadra che ha vinto il proprio girone e che sotto la guida di mister De Zerbi, uno degli allenatori del momento, gira in maniera quasi perfetta e fornisce spesso ottime prestazioni, ma che non ha né la stessa esperienza europea né gli stessi nomi di livello su cui può contare invece la compagine capitolina; inoltre, se i giallorossi dovessero riuscire ad avanzare in Europa, la situazione andrebbe a beneficio del ranking UEFA, che permetterà alle due federazioni con il coefficiente più alto (calcolato in base alle prestazioni delle proprie squadre in Europa dell’anno precedente) di qualificare anche la quinta classificata alla Champions League: attualmente, l’Italia è prima, e tutte e sette le squadre (unica federazione ad avere ancora tutti i club in gioco) possono qualificarsi ai quarti di finale, dove a quel punto diventerebbe praticamente certa la qualificazione della quinta, e perciò le italiane sono chiamate ad uno sforzo collettivo. D’altra parte, però, l’impegno europeo rappresenta un carico ulteriore nel percorso generale, che, in caso di eliminazione della Roma dall’Europa League, ne risulterebbe sicuramente alleggerito, e permetterebbe agli uomini di DDR di concentrarsi esclusivamente sul campionato. In ogni caso, è certo che il nuovo allenatore non ha alcuna intenzione di gettare la spugna in ambito internazionale, e la Roma proverà ad arrivare più in fondo possibile anche nel cammino europeo.
Insomma, la stagione è ancora lunga, ed è presto per tirare le somme. L’unica certezza è che la Roma, dall’arrivo di De Rossi, è una squadra rinnovata, nel gioco e nello spirito, e che, indipendentemente da ogni fattore esterno, darà battaglia fino all’ultimo per tentare di ottenere la qualificazione alla prossima Champions League.